Quando parliamo di osmosi in ambito nautico parliamo di una particolare formazione di bolle d’acqua tra gli strati di resina che compongono la carena.

Allo stadio iniziale, le bolle create dall’osmosi si presentano di piccole dimensioni e in aree circoscritte dello scafo. Trascurando il problema e con il passare del tempo, l’osmosi dello scafo tende a peggiorare: aumentando la dimensione e la distribuzione delle bolle, l’osmosi può arrivare a interessare tutta la superficie della carena! 

Vediamo quindi come riconoscere l’osmosi sulla barca, curarla e, meglio ancora, prevenirla.

Che cos’è l’osmosi allo scafo?

L’osmosi è un fenomeno chimico-fisico che comporta il passaggio di un solvente attraverso una membrana che separa due liquidi di diversa concentrazione salina.

Nel caso dell’osmosi nello scafo delle imbarcazioni il solvente è l’acqua di mare, che passa attraverso la membrana di gelcoat quando all’interno dello stratificato in vetroresina sono rimaste intrappolate delle bolle d’aria. L’acqua inizia quindi con il riempire la bolla d’aria, e poi, trovandosi lì, inizia a sciogliere (trattandosi appunto di solvente) quello che trova intorno a sé.

Seguendo il principio dell’osmosi, questa soluzione a sua volta richiama altra acqua dall’esterno attraverso il gelcoat, finché non si formano le caratteristiche bolle sullo scafo, di dimensione variabile a seconda della gravità del processo osmotico.

Il fenomeno prosegue finché la barca è immersa nell’acqua e non si ferma spontaneamente se la barca non viene messa in secca. Ma anche dopo mesi che lo scafo è all’asciutto il liquido rimane all’interno dello stratificato, distribuendosi per capillarità: in questo caso si vedrà che le bolle, dopo una certa permanenza in secca, si ri-assorbiranno leggermente e saranno meno visibili. 

Ma il problema resta… e l’osmosi si ripresenterà quando l’imbarcazione tornerà in acqua!

Come riconoscere l’osmosi sulle barche

La bolla sullo scafo causata da osmosi è di forma rotonda e gonfia la copertura in gelcoat, creando una sorta di vescica sulla superficie dello scafo. Queste bolle da osmosi sono piene di liquido in quantitativo variabile a seconda della dimensione. 

Il liquido di solito ha un forte odore acetico e consistenza oleosa, caratteristiche che derivano dalle sostanze disciolte come ad esempio il cloruro di polivinile.

Trattandosi di una membrana abbastanza spessa, per arrivare a esaminare il liquido sotto il gelcoat può essere necessario forare la bolla con un coltellino o un punteruolo. 

Se invece il liquido si trova appena sotto l’antivegetativa sarà raggiungibile semplicemente grattando anche solo con l’unghia, e non si tratta di osmosi ma di un difetto in applicazione dell’antivegetativa: ad esempio, bolle d’aria che si sono formate a causa di una seconda mano applicata prima che la prima fosse asciutta.

Le cause principali dell’osmosi sulle barche

L’osmosi è una vera e propria malattia della vetroresina, che peggiora rapidamente se trascurata. Ma quali sono le cause principali per cui il gelcoat “contrae” questa malattia?

  1. Scarsa qualità del gelcoat: una resina poco impermeabile è particolarmente a rischio;
  2. Difetti in applicazione: la presenza di bolle d’aria nello stratificato è un altro elemento di rischio, così come l’eccesso di catalizzatore e la lavorazione eseguita in temperature o ambienti inadatti (se fa troppo freddo o troppo umido, ad esempio);
  3. Materiali scadenti: la presenza di sostanze solubili o impurità mette a rischio lo stratificato.
  4. Manutenzione aggressiva: se il gelcoat viene stressato, ad esempio con l’uso frequente di levigatrici o mezzi per la rimozione dell’antivegetativa, può assottigliarsi e risultare meno efficace. 
  5. Utilizzo: se la barca tende a restare tutto il tempo in acqua e viene messa in secca giusto il tempo della manutenzione dello scafo, c’è il rischio che lo stratificato o il gelcoat tendano ad assorbire maggiormente liquido e quindi aumentare la possibilità di formazione di osmosi.

Curare e prevenire l’osmosi su una barca

L’osmosi è un fenomeno degenerativo della vetroresina, lento ma spesso inesorabile: è necessario intervenire rapidamente per fermarlo.

La presenza dell’osmosi non va quindi minimizzata, perché non è un processo che si fermerà da solo anzi, tenderà a peggiorare con il tempo. Per questo è importante intervenire il prima possibile con il trattamento anti-osmosi, un processo in più fasi che deve essere eseguito da un professionista e richiede tempistiche piuttosto lunghe ed estrema cura per ottenere un risultato efficace e duraturo. 

Prevenire è meglio che curare

La prevenzione è la miglior cura: questo vale anche per le imbarcazioni

Per prevenire il fenomeno dell’osmosi sullo scafo è importante ridurre il tempo di permanenza in acqua della barca, ad esempio scegliendo il rimessaggio invernale in modo da far sì che l’acqua eventualmente accumulata nello scafo possa evaporare. 

Oltre alla buona manutenzione e cura della barca, come abbiamo visto le cause dell’osmosi possono essere anche materiali di scarsa qualità o pratiche produttive poco accurate. Uno scafo, anche se nuovo, potrebbe avere dei difetti di costruzione non visibili a occhio nudo, come bolle d’aria o impurità.

Per essere sicuri di prevenire l’osmosi sulle imbarcazioni è possibile effettuare un intervento di impermeabilizzazione della carena con apposite resine prive di solventi, che sigillano lo scafo e migliorano la resistenza all’acqua del Gelcoat, proteggendolo dall’osmosi e dall’usura. 

Per un’efficace prevenzione dell’osmosi e riparare ai danni già causati, consigliamo il nostro NT 1012 OSMOGLASS MARINE, appositamente sviluppato con i professionisti della nautica. Si tratta di un rivestimento epossidico con glass-flake, unico nel suo genere: resistente all’abrasione e all’acqua, NT 1012 OSMOGLASS consente di ripristinare lo scafo, sostituendo gli strati di gelcoat danneggiati. Il rivestimento è consigliato per l’applicazione su scafi in vetroresina, come rimedio e prevenzione ai danni causati dall’osmosi.

 

Contattaci per informazioni e un consulto gratuito